Il sogno della Sposa Cadavere, campo invernale di reparto

Posted on 28 Gennaio 2018


Una Guida e un Esploratore super in gamba ci raccontano in maniera fantasiosa cos’è successo durante il Campo Invernale a tema “La Sposa Cadavere”, svoltosi a Rivoli dal 28 al 30 Dicembre.

31/12/2017

Salve dottoressa Gastani Frinzi.

Come da lei richiesto, sto scrivendo un diario dove racconto i miei sogni, che non è una grande idea visto che non ne ricordo la metà, ma non importa.

Stanotte, ho sognato di fare un viaggio, un viaggio a Rivoli.

Oh, che bella città che era! (non è vero niente, non l’ho visitata e non so come sia fatta).

Andava tutto bene, quando all’improvviso, morii.

Non me n’ero nemmeno accorto, mi ero solo distratto un secondo e… l’attimo dopo ero già sepolto.

All’inizio ero piuttosto tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto…

– ringrazio il signor Cristicchi di cui ho citato una canzone senza chiedergli il permesso 🙂 

Eeeee già. Non solo io ma anche tutti i miei amici erano morti!

Inizialmente eravamo un po’ disorientati, ci trovavamo in un posto molto strano, ma non era il paradiso, credo, perché girava gente senza braccia, con spade conficcate nella cassa toracica, c’erano scheletri ovunque, insomma, un casino.

Dopo un po’, realizzammo che ci trovavamo nel Mondo dei Morti, semplicemente.

La sera, però, notammo che c’era un vivente tra noi. Qualcuno era stato ingannato dal suo viso palliduccio e dagli occhi un po’ infossati, ma il punto è che respirava! Era vivo davvero!

Cosa ci faceva lì?

Bonejangles, un tizio scheletrico con un occhio solo, ci raccontò che, per un malinteso, si era sposato con Emily…una sposa MORTA!!!

Anche se il ragazzo – Victor, mi pare – non sembrava convintissimo, affinché il matrimonio divenisse valido bisognava celebrarlo nel mondo dei vivi, con un rito speciale.

Così l’indomani, andammo tutti quanti nel mondo dei viventi, e siccome eravamo stanchi morti di essere, come dire, morti…prendemmo un biglietto del treno e ce la squagliammo.

Bel sogno vero?

Muoio dalla voglia di tornare laggiù.

Gioele e Camilla, Rivarolo