“Semel Scout, Ubicumque Scout”


Posted on 6 Aprile 2018


(scout una volta, scout ovunque)

SCOUTISMI A CONFRONTO

“Chi ben comincia… potrebbe lo stesso finire molto male”, direbbero forse mio fratello Marco e mio figlio Matteo, entrambi ingegneri nucleari e pertanto bravissimi nell’immaginarsi gli scenari più catastrofici. Boh, io li lascerò alle loro catastrofi immaginarie e cercherò di cominciare bene questo articolo: per farlo, però, sarà bene sgombrare il campo da una bufala, molto diffusa nell’ambiente scoutistico italiano. La bufala suona pressappoco così: “muuuu…muuuu (o qualsiasi sia il verso della bufala) … negli Stati Uniti, i Capi Scout sono pagati! Muuuuu!”.

A Roma direbbero: “maddeché?”

Vi posso assicurare infatti che, in quasi quattro mesi di servizio, non ho visto il becco di un quattrino. Delle due l’una: o gli altri Capi, vedendomi ingenuo e barotto, si stanno segretamente spartendo il mio (fantomatico) “stipendio”, oppure – cosa forse un po’ più probabile – negli Stati Uniti i Capi Scout sono volontari, proprio come in Italia.

Per chi volesse saperne di più sul briciolo di verità che sta alla base della nostra simpatica bufalotta, consiglio la lettura di questo articolo, scritto (in italiano eh!) nel 2012 da un giovane Capo della Branca E/G dopo un’esperienza di Campo Estivo con un Reparto statunitense.

Eliminata – con le buone, s’intende! – la bufala dal nostro sentiero verso la conoscenza dei fatti, dirò che in questo mio contributo, che potrebbe essere il primo di una serie in base all’interesse che raccoglierà, vorrei spiegare molto brevemente le principali caratteristiche dei Boy Scouts of America (BSA), sottolineare le differenze rispetto all’AGESCI e raccontare le mie prime impressioni da nuovo “Cub Scout Leader”.

La prima e fondamentale differenza è che i BSA sono solo ed esclusivamente – come si potrebbe sospettare, in base al nome – per i “Boys”: non sono poche le donne Capo, specialmente al livello del Branco, ma l’utenza è composta esclusivamente di maschi, anche se recentissimamente i BSA hanno annunciato, a livello nazionale, che dal 2018 in poi i Branchi potranno accettare anche le bambine, notizia accolta con una certa insofferenza dalle Girl Scouts, che evidentemente non erano state consultate preventivamente. Impossibile per me prevedere la futura evoluzione dei rapporti tra le due associazioni, anche se ritengo difficile che si arrivi a una loro fusione; mi sembra però scontato affermare che l’AGESCI in questo campo è avanti di 44 anni!

In ogni caso, per il momento le iscrizioni al nostro Branco (Pack 97, Huntersville, North Carolina) sono riservate ai maschi.

Un’altra differenza, quasi altrettanto significativa, consiste nelle modalità con cui si diventa Capo: tutti, o quasi, i Capi, sono genitori che, magari perché da ragazzi sono stati Scout, o perché desiderano dare un contributo in più, nell’iscrivere il figlio si offrono volontari per servire, quasi sempre nella stessa “Tana” (“Den”) di loro figlio. Inoltre, seguono il figlio nel suo percorso di crescita e “passano” anche loro in Reparto a tempo debito. Io credo di essere l’unico Capo a non avere figli nel Pack 97.

Il percorso formativo dei Capi lo riservo a un articolo successivo, sempre che ci sia interesse da parte dei Lettori, e per il momento non sto nemmeno a raccontare la ripartizione geografica dei BSA, concentrando invece l’attenzione sull’organizzazione della mia Branca, riservata ai bambini dai 6 agli 11 anni, suddivisi in:

  • “Tiger Cubs” (Tigrotti): da 6 a 7 anni;
  • “Wolf Cubs” (Lupacchiotti): da 7 a 8 anni;
  • “Bear Cubs” (Orsacchiotti): da 8 a 9 anni;
  • “Webelos” (non è uno strano animale australiano, ma la sigla di “WE’ll BE LOyal Scouts”, saremo Scout fedeli): da 9 a 10 anni;
  • “Arrow Of Light” (Freccia Di Luce): da 10 a 11 anni, con passaggio in reparto in primavera (abbiamo celebrato i passaggi la scorsa settimana).

A differenza dell’AGESCI, nei BSA i simboli della progressione personale non si mettono sulla manica, ma sulla tasca sinistra dell’uniforme. Un “Arrow Of Light” che ha completato tutti i passaggi porterà questi simboli, di cui solo la freccia sarà mantenuta dopo il passaggio in Reparto:

“Pack”, che nel nostro caso comprende circa 75 lupetti, è suddiviso in “Dens” (Tane), di 6-7 lupetti ciascuna, tutti della stessa età; io per esempio sono “Assistant Den Leader” nella Den 6, composta di 14 (diconsi quattordici!) “Wolves”, quindi di 8 anni o comunque in seconda elementare. Normalmente, c’è un “Den Leader” e un “Assistant Den Leader”, quasi sempre genitori di lupetti di quella “Tana”. Nel nostro caso, siamo in 3 per via della numerosità inusuale della nostra Tana. Il Den Leader e l’altro Assistant sono due papà di nostri lupetti.

Dopo alcune attività svolte assieme, mi sento di dire che un grande svantaggio di avere tutti i Lupetti della stessa età è che i Capi non possono fare affidamento sui “Grandi”, che nei Branchi dell’AGESCI sono essenziali per servire da esempio e modello per i più piccoli. Questa componente fondamentale dell’Autoeducazione manca completamente, e personalmente ne sento la mancanza. Per fare un esempio, sciocco quanto si vuole: i bambini di 8 anni tendono ad avere un senso dell’umorismo abbastanza scatologico, e quando uno di loro comincia con le battute sulla flatulenza, gli altri rilanciano con entusiasmo, mentre in un Branco magari verrebbero zittiti dai Lupi Anziani. Per contro, un vantaggio è che risulta più facile ideare giochi e attività adatti a tutti, mentre con un Branco si deve stare attenti a non proporre giochi che siano troppo semplici per i grandi e/o troppo complicati per i piccoli.

I “Den Meeting” si svolgono una volta alla settimana e durano soltanto un’ora. Spesso, il genitore del lupetto resta nella stanza dove si svolgono, e a volte viene chiamato a partecipare attivamente. Per cominciare la riunione, si fa una mini-cerimonia dell’alzabandiera, si recita la Promessa, la Legge e lo “Outdoors Code”, ovvero il codice di comportamento nei confronti della Natura; poi si svolgono alcune attività mirate alla Progressione Personale, che è codificata in vari requisiti, alcuni obbligatori e altri – molti di più – a discrezione del Lupetto e del genitore che lo accompagna.

Una volta al mese, invece del “Den Meeting”, c’è il “Pack Meeting”, ovvero l’incontro di tutto il Branco; dopo l’alzabandiera e la recita di Legge, Promessa e “Outdoors Code”, il Capo Branco (“Cubmaster”) chiama tutti a una breve preghiera ecumenica (nel mio Pack, che ho scelto proprio perché affiliato (“chartered”) con la Parrocchia di Saint Mark, siamo quasi tutti cattolici, ma ovviamente non si può dare per scontato) e distribuisce premi e riconoscimenti. Ci sono anche bans, scenette, canzoni… perché dopo tutto lo Scoutismo è davvero universale!

E su questa nota, chiudo dicendo che il gesto del braccio alzato, con le “orecchie del lupo” tese, esiste anche qui (si chiama “Scout Sign”) e si usa esattamente nelle stesse circostanze, ovvero per ottenere il silenzio e l’attenzione. E proprio come in Italia, ci vuole un bel po’ prima che funzioni; anzi, mi piacerebbe proprio fare una ricerca sociologica e cronometrare i tempi medi di efficacia, per capire se sono più “disciplinati” i Cub Scouts o i Lupetti, e… i genitori italiani o quelli statunitensi. È una bella gara!

Le uniformi dei BSA

Da sinistra: Wolf, Bear, Webelos, Arrow of Light, Boy Scout (o “Repartaro” che dir si voglia), Capo in Reparto, Capo in Branco, e due “Venturers” (di cui per ora non dirò nulla, perché sono fatto così, che ci volete fare?).

Le spalline blu sono per i Capi del Branco; i Capi del Reparto le hanno verdi.

Il “World Crest”, identico in tutto il mondo, circondato dal patch che celebra il Centenario dei BSA. Qui si porta sopra la tasca sinistra.

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Sebastiano (“Seb”) De Angelis ha servito come Baloo nel Branco Popolo di Seeonee – Gruppo San Francesco 1 da dicembre 2015 ad agosto 2017. Ha completato il CFT (Campo Formazione Tirocinanti) e il CFM (Campo Formazione Metodologica L/C) e ha partecipato alle Vacanze di Branco a Martassina nel 2016 e al Campo di Gruppo a Gaiola nel 2017. Ha una moglie, Giacinta, e quattro figli: Matthew, 30 anni, ingegnere nucleare e Novizio Francescano a Chicago; Thomas, 25 anni, “Analyst” (ma fra poco “Associate”) presso Citibank a New York City; Andrew, 23 anni, all’ultimo anno presso la Columbia University a New York; Vittoria, 19 anni, al primo anno presso il Davidson College a Davidson, North Carolina.

Ad agosto 2017 si è trasferito a Cornelius, North Carolina (USA) e da dicembre 2017 è Assistant Den Leader nel Pack 97 di Huntersville, North Carolina.